Variazioni stagionali delle malattie collegate alla pressione sanguigna sono state descritte in diverse popolazioni. Tuttavia, pochi studi hanno esaminato le variazioni stagionali della pressione sanguigna in soggetti anziani, un segmento di popolazione particolarmente esposto a malattie vascolari.
Le associazioni tra la pressione sanguigna e la stagione e la temperatura esterna sono state valutate in 8.801 soggetti di età uguale o superiore a 65 anni, coinvolti nello studio Three-City, studio longitudinale di popolazione.
La pressione sanguigna è stata misurata al basale e nel corso di visite di follow-up per 2 anni.
La temperatura esterna giornaliera misurata alle 11 di mattina è stata fornita dagli uffici metereologici locali.
I valori di pressione sistolica e diastolica sono risultati significativamente diversi nel corso delle 4 stagioni e in base ai quintili delle distribuzione della temperatura esterna.
La pressione sistolica è diminuita con l’aumentare della temperatura: una diminuzione di 8.0 mmHg tra il quintile più basso ( inferiore a 7.9 C° ) e il più alto ( maggiore o uguale a 21.2 C° ).
Le differenze intraindividuali nella pressione sanguigna tra le visite di follow-up e quelle basali sono risultate fortemente correlate con le differenze nella temperatura esterna.
Ad una più alta temperatura esterna al follow-up rispetto al basale, ha corrisposto una maggiore diminuzione di pressione sanguigna.
Cambiamenti longitudinali nella pressione sanguigna legati alla temperatura esterna sono risultati più marcati nei soggetti di età uguale o superiore a 80 anni rispetto ai partecipanti più giovani.
In conclusione, la temperatura esterna e la pressione sanguigna sono fortemente correlate negli anziani, specialmente in quelli di età superiore agli 80 anni.
Durante i periodi di temperature elevate, un attento monitoraggio della pressione sanguigna e del trattamento antipertensivo potrebbe contribuire a ridurre le conseguenze delle variazioni di pressione negli anziani. ( Xagena2009 )
Alpérovitch A et al, Arch Intern Med 2009; 169: 75-80
Cardio2009