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L’inquinamento dell’aria da particolato urbano è associato ad aterosclerosi subclinica


Uno studio ha valutato l’associazione tra esposizione residenziale a lungo termine a particolato fine e spessore intima-media carotideo.

Dati sperimentali ed epidemiologici hanno indicato che l’esposizione a lungo termine a inquinamento dell’aria potrebbe avere un ruolo causale nell’aterogenesi, ma le osservazioni epidemiologiche sono ancora contraddittori.

I Ricercatori del HNR Study Investigative Group hanno valutato se l’inquinamento dell’aria legato a particolato urbano fosse associato allo spessore intima-media carotideo, un marcatore di aterosclerosi subclinica.

Sono stati utilizzati i dati basali ( dal 2000 al 2003 ) dello studio HNR ( Heinz Nixdorf Recall ), una coorte di 4.814 soggetti di età compresa tra 45 e 75 anni, ed è stata valutata l’esposizione a lungo termine al particolato e la distanza dalle zone di traffico elevato.

La regressione lineare multipla è stata utilizzata per stimare le associazioni tra inquinanti atmosferici e traffico con lo spessore intima-media carotideo, dopo aggiustamenti reciproci, per città di residenza sesso, età, diabete e variabili legate allo stile di vita.

Lo spessore intima-media carotideo mediano dei 3.380 partecipanti analizzati è stato di 0.66 mm.
Un aumento nell’intervallo interdecile di particolato PM2.5 ( 4.2 microg/m3 ), PM10 ( 6.7 microg/m3 ) e distanza dalle zone di alto traffico ( 1939 m ) è risultato associato a un aumento nello spessore intima-media carotideo, rispettivamente, di 4.3%, 1.7% e 1.2%.

In conclusione, questo studio ha mostrato una chiara associazione tra esposizione a lungo termine a PM2.5 e aterosclerosi, rafforzando l’ipotesi di un ruolo del PM2.5 come fattore di rischio aterogenico. ( Xagena2010 )

Bauer M et al, J Am Coll Cardiol 2010; 56: 1803-1808


Cardio2010


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