L'impiego delle statine, farmaci ipocolesterolemizzanti, può ridurre il rischio di cancro primario del fegato, soprattutto nei pazienti con malattia epatica e diabete mellito.
I risultati di uno studio hanno mostrato che le statine, anche note come inibitori dell’HMG-CoA reduttasi, nelle persone ad alto rischio di sviluppare il cancro epatico, possono esercitare un effetto protettivo.
Sono stati analizzati i dati di 1.195 pazienti con carcinoma epatico iscritti nel database Clinical Practice Research del Regno Unito tra il 1988 e il 2011, e sono stati abbinati con 4.640 controlli in un rapporto di 4:1.
E’ stata anche condotta una analisi in cui i soggetti di controllo con malattia epatica sono stati abbinati a 170 pazienti con carcinoma epatocellulare e malattia epatica, e i controlli senza malattia epatica sono stati abbinati a 1.025 pazienti con epatocarcinoma senza malattia epatica.
Una analisi è stata condotta, in cui i controlli con diabete mellito sono stati abbinati a 346 pazienti con carcinoma epatico e diabete, e i controlli senza diabete sono stati abbinati a 849 pazienti con carcinoma epatico senza diabete.
In generale, l'uso delle statine è risultato associato a un ridotto rischio di cancro al fegato ( odds ratio aggiustato, aOR=0.55 ), soprattutto tra gli utilizzatori correnti di questi farmaci ipocolesterolemizzanti ( aOR=0.53 ).
L’impiego delle statine è risultato associato a un ridotto rischio di cancro al fegato nei pazienti con malattia epatica ( aOR=0.32 ) e senza malattia epatica ( aOR=0.65 ).
Le statine erano anche associate a un rischio di cancro al fegato ridotto nei pazienti con diabete mellito ( aOR= 0.3 ) e senza diabete ( aOR=0.66 ).
Questa scoperta può avere un particolare significato per le persone a maggior rischio di cancro al fegato per la presenza di malattie croniche a livello epatico oppure di diabete mellito. ( Xagena2015 )
Fonte: Journal of National Cancer Institute, 2015
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